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ma a che serve la raccolta differenziata?
a cura di Sergio Pacillo
(1^ edizione:11/07/2008)
(ultima reimpaginazione:12/07/2013)

Per raccolta differenziata si intende un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani differenziata per ogni tipologia di rifiuto.

 

Non è facile stabilire la composizione media dei rifiuti, perché questi variano con la zona, la ricchezza e le abitudini della gente, nonché con la produzione industriale del luogo.

 

La produzione giornaliera per abitante è un dato abbastanza incerto ma ultimamente si aggira tra  1,2 e 1,44 kg al giorno.

 

Contenitori tipici per la raccolta differenziata sono le campane, destinate solitamente alla raccolta del vetro o della plastica,  e bidoni o bidoncini, destinati alla raccolta per carta e cartoni, pile,  farmaci, metalli, ecc..

 

La raccolta differenziata può essere affidata al buon senso dei cittadini o può essere  effettuata con un sistema Porta a Porta.

 

La nuova normativa prevede l'obbligo di raggiungere il 65% entro il 2010.

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ritaglio di immagine da wikipedia

Entro il 2006 tutti i  Comuni erano obbligati a raccogliere in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti solidi urbani (RSU). In origine, tale percentuale era da raggiungere nel 2003.

La nuova normativa prevede l'obbligo di raggiungere il 65% entro il 2012.

In Italia esistono molti Comuni, spesso piccoli, che ottengono ottimi risultati di materiale differenziato (superiori all'80%). Tra le grandi città con più di 500.000 abitanti il primato spetta a Torino, che nel 2010 ha raggiunto il 42,4% di raccolta differenziata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Però la raccolta differenziata non è un obiettivo finale. Essa è solo un mezzo per agevolare il riciclaggio delle materie prime secondarie ed i composti organici che sono venduti alle industrie. La validità della raccolta differenziata presuppone quindi l'esistenza di aziende capaci di preparare le materie prime derivate da vendere a prezzi competitivi alle  industrie di trasformazione.

Una grande quantità di rifiuti è dovuta agli imballaggi, che possono arrivare a costare anche il 30% del prodotto finale e rappresentano circa il 40% della spazzatura.

I rifiuti da imballaggi  sono facilmente differenziabili e riciclabili.

Con il Decreto Ronchi si è dato inizio anche in Italia ad un sistema di gestione dei rifiuti da imballaggio fondato sul principio di collaborazione tra i produttori d’imballaggi, gli utilizzatori dei prodotto imballati e gli operatori del Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI).

Cosicché i produttori d’imballaggi pagano al CONAI  una somma in proporzione alla quantità degli imballaggi prodotti; in alternativa offrono particolari garanzie, dimostrando  di ritirare e di riutilizzare gli imballaggi.

 Il CONAI utilizza la somma versata per coprire le spese della raccolta differenziata, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti.

Le cooperative che gestiscono la raccolta differenziata ricevono quindi dei contributi dal CONAI per una certa quantità di rifiuto raccolta e consegnata. Per esempio il Comune di Beinasco affida alla ditta San Germano la raccolta della plastica, che la porta alla ditta DEMAC. Il costo per il servizio di raccolta è nullo, in quanto è calcolato complessivamente. Il costo dello smaltimento è nullo e la ditta S. Germano usufruisce dei contributi CONAI, pari a 121,00 €/tonn., se il rifiuto non è completamente puro, o a 215 €/tonn. se il conferimento viene fatto correttamente.

Immaginiamo ora, per esempio, che la ditta DEMAC non abbia più capienza nei suoi depositi per accettare la plastica. In tal caso la ditta San Germano non saprebbe dove depositare i rifiuti raccolti e sarebbe tentata a sversarli in un centro di raccolta  indifferenziata.

Questo non accade a Beinasco, ma altrove è accaduto e probabilmemte continua ad accadere.

In alternativa alla raccolta differenziata c'è il TMB (trattamento meccanico-biologico), che utilizza una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti  indifferenziati e che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici, quali la digestione anaerobica e il compostaggio. La frazione umida (l'organico da bioessiccare) viene separata con appositi macchinari dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti, ecc.); quest'ultima frazione può essere  riciclata parzialmente oppure può essere usata per produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti), rimuovendo i materiali incombustibili. Ma ci sono aziende capaci di riciclare fino al 99% i materiali, come quello di Venelago in Italia, che, però, ancora non lavora la frazione umida.

Appare evidente il vantaggio delle tecnologie TBM e THOR, che oltre a non bruciare "nulla", snelliscono la raccolta e garantiscono un risparmio economico evitando di ricorrere alle aziende di raccolta differenziata, tra le quali quelle ormai di moda "A PORTA A PORTA".

 


Da Youtube: italiavitastudies - Thor il raffinatore di rifiuti

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