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alla fine, di sovrano rimarrà solo il debito
a cura di Sergio Pacillo
1^ edizione: 30/07/2012
CENNI STORICI
SUL DEBITO SOVRANO
Nel passato il termine DEBITO SOVRANO veniva correttamente usato per indicare il debito contratto dai regnanti, quando essi gestivano a loro piacimento il debito sopra i livelli della sostenibilità.
In quel caso il sovrano ritirava le monete d’oro o d’argento in circolazione e le riconiava, lasciando immutato il valore nominale e diminuendo il peso specifico del metallo prezioso. In altri termini, il sovrano riduceva il suo debito sottraendo valore alle monete che mantenevano il loro valore nominale.
Ai sudditi non rimaneva che usare quelle monete che avevano subito una perdita di valore.
Talvolta, poteva anche capitare che alcuni banchieri prestassero ingenti somme di denaro (in metallo prezioso) a qualche sovrano e che non di rado si vedessero respinte le loro richieste di restituzione, pena l’uso della forza.

QUALCHE NOTIZIA
SUL NEOLIBERISMO
Il Neoliberismo è una dottrina economica che sostiene la liberazione dell'economia dallo Stato, la privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore non strategico e la fine di ogni chiusura doganale.
I sostenitori del neoliberismo ritengono che, favorendo la libertà di mercato si produce nel lungo periodo una generale crescita dell'economia in termini di PIL e di livello di scambio tra paesi lontani.
Secondo i critici, il neoliberismo accentua le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno dello stesso Paese e le sperequazioni esistenti nel mondo.
Secondo alcuni il neoliberalismo ha un carattere decisamente antidemocratico.
L’accusa è che attraverso pratiche spregiudicate, che comportano l'uso dei media e lo sfruttamento della confusione, i grandi gruppi finanziari mettano sotto pressione i governi tramite lo strumento del debito (Banca Mondiale, WTO, FMI) per far approvare riforme liberiste contro gli interessi generali delle popolazioni e a favore di lobby e multinazionali.



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Da qualche anno il debito pubblico dello Stato viene sempre più spesso chiamato con il termine “SOVRANO”.

Niente di più beffardo e fuorviante, proprio oggi che molti stati europei, soprattutto quelli del Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) caduti sotto il controllo di Bruxelles, stanno perdendo autonomia e sovranità rispetto alla tracotanza, potenza e prepotenza dei mercati finanziari.

Non può sfuggire, infatti, che, seppur lentamente ed in un modo strisciante, l’effettiva sovranità di questi stati è di giorno in giorno sempre di più trasferita dai poteri politici ai capitali e, soprattutto, ai capitali finanziari, i quali sotto certi aspetti sono paragonabili al capitale usuraio per le continue richieste di aggiustamenti strutturali, di taglio al welfare e di privatizzazione/svendita del patrimonio pubblico, tipiche del comportamento degli usurai con le loro vittime, ricattate e spinte a vendere il proprio patrimonio e/o a chiedere aiuto ad amici e parenti, fino al collasso o al suicidio.

La cosa sempre più strana è che la maggior parte dei governi europei sembrano allineati ad obiettivi neoliberisti e ben disposti a cedere pezzi delle sovranità nazionali ad una Europa che non c’è, facendo intendere alla loro gente che questa è l’unica strada per risolvere la crisi generata dal debito pubblico.

Cosicché l’angoscia del debito pubblico e della crisi fa buon gioco per poter riformare in senso neoliberista l’economia degli stati, come è successo già in Grecia, Portogallo, e Irlanda, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti, e da ultimi in Spagna e Italia.

Ma il giochetto non è riuscito con l’Islanda, fuori zona euro, dove la popolazione si è dimostrata mal disposta a pagare un debito fatto da altri e dove il capo del governo Haarde,  processato per il tracollo economico, è stato condannato da una corte di Reykjavik per non aver verificato i pericoli che lo Stato stava correndo. Ma quasi nessuno ne parla.

A paesi che avrebbero avuto bisogno di piccole terapie economiche per risollevarsi sono state inverosimilmente propinate le solite ricette neoliberiste fatte di tagli progressivi ai bilanci pubblici,  ai servizi sociali, alle pensioni, ai salari, agli investimenti, ecc.

Terapie queste che avrebbero dovuto risolvere la crisi e abbattere il debito pubblico.

Invece no. La crisi si è allargata ed il debito continua a crescere vistosamente.

Un debito destinato a consolidarsi e a regnare come unico, vero e incontrastato sovrano di un popolo beffato dai suoi rappresentanti politici, i quali, per il bene della nazione, benché si siano rivelati incapaci a formare un governo per fronteggiare la crisi, quasi tutti insieme appassionatamente, ne sostengono uno tecnico, molto esperto in faccende finanziarie e bancarie, nell’attesa di riproporsi come nuovi salvatori della patria o di tornare a casa con il loro ben meritato e corpulento vitalizio.


da Youtube: L'ISLANDA RISOLVE
LA CRISI MA I MEDIA NON NE PARLANO
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da YOUTUBE: Berlusconi - Fiducia, il debito sovrano non è sotto attacco