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Si leggono in giro cifre molto  
		diverse tra loro, da capogiro da parte di certi ambientalisti o molto ridicole da parte di certi nuclearisti.
Nel 2007 in Gran Bretagna,  
		la NDA (Nuclear Decommissioning Agency) valutò in 73,6 miliardi di sterline (circa 80 miliardi di euro) il costo da sostenere per  
		smantellare l’intero parco nucleare inglese, che corrisponderebbe al doppio del costo di costruzione ex-novo, che è superiore, a sua  
		volta, al costo di ricostruzione dell’intero parco termoelettrico istallato su tutto il territorio inglese. (1) 
In Italia  
		possiamo provare ad analizzare quello che sta costando e costerà lo smantellamento della ex centrale nucleare di Caorso, di 830  
		MW.
Il reattore fu spento nel 1986, fu chiuso definitivamente nel 1990 ed ha smesso di funzionare definitivamente nel 1998.
Dentro la  
		centrale, nel 2004, continuavano a lavorare 160 persone, tra ingegneri, tecnici, operai, addetti alle pulizie e alla sorveglianza,  
		senza produrre nemmeno un chilowatt di energia, con un costo alla collettività di 150 mila euro al giorno. (2)
Il responsabile dell’impianto,  
		l’ing. Luigi Ghioni, intervistato, riteneva che si sarebbe dovuto giungere al 2016 per vedere il termine dei lavori. (3)
Secondo Massimo  
		Scalia, docente all'università La Sapienza di Roma, ci sarebbero voluti almeno dieci anni di più. (4)
 
  
 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’anno  
		successivo gli impiegati furono ridotti a 145 e non so dirvi il numero dei dipendenti alla data odierna.
Nel mese di luglio del 2009 Despe,  
		a capo di un'associazione temporanea di imprese con Ansaldo nucleare e Techint, si è aggiudicata la gara indetta dalla Sogin per smantellare  
		l'edificio turbina della centrale nucleare di Caorso. (5)
Il contratto riguarda lo smantellamento e la decontaminazione di circa 6.000  
		tonnellate di materiale metallico ed i lavori dureranno circa 30 mesi. Lo smantellamento dell'edificio turbina consente  
		di consolidare l'accelerazione del decommissioning, che si concluderà probabilmente nel 2019.
Dalla sua inattività al termine del decommissioning,  
		se tutto andrà bene, ci vorranno trentatré anni.
Per non scontentare qualche nuclearista, diciamo allora che ci vogliono mediamente  
		venticinque anni. 
A calcolo fatto, ecco determinato il costo di smantellamento presunto della centrale di Caorso: 1.350.000.000 di  
		euro!
Secondo un documento redatto nel 2005 dal Responsabile Area di Disattivazione di Caorso, l'ing. Renzo Guerzoni della  
		Sogin, il costo complessivo per lo smantellamento dell’impianto sarebbe dovuto ammontare a circa 450 Ml di Euro e quello  
		per il riprocessamento del combustibile di cui al D.M. 2 dicembre 2004, incluso lo stoccaggio temporaneo delle scorie prodotte  
		sul sito estero in attesa del trasporto al Deposito Nazionale italiano, veniva stimato complessivamente in circa 300 milioni  
		di Euro. (6)
In Italia ci sono altre centrali nucleari che benché siano di potenze minori, devono essere smantellate alla pari di quelle  
		di Caorso. Presuppongo che il costo ed i tempi siano proporzionalmente analoghi.
Qualcuno sta già pensando di riattivarle tutte e quattro,  
		dimenticando, forse,  che, all’epoca del referendum, la Centrale del Garigliano era stata già chiusa nel 1982 e quelle di  
		Latina e di Trino stavano per andare in pensione per raggiunti limiti di età.
Sulla base dei dati riferiti al caso Caorso, mi  
		sembra di poter fissare per una centrale da 1GW un costo di smantellamento compreso tra i 500.000.000 e 1.000.000.000 di euro.
In questo  
		caso il costo al kWh dello smantellamento per trent’anni di esercizio della centrale sarebbe compreso tra 0,23 e 0,46 c€/kWh, con  
		un costo medio, perciò, di 0,35 c€/kWh.
Per procedere allo smantellamento delle centrali italiane chiuse dopo il 1987, che fornivano  
		una potenza di 1,3 GW, nel 1999 fu creata un’apposita azienda, la Sogin, cui l'Enel conferì acconti nucleari per un ammontare  
		pari a 794,4 milioni di euro,  facendo ricadere sui consumatori finali, dal 1° marzo 2000, l'aliquota della componente  
		tariffaria A2, che ha un costo generalizzato di circa 30 € all'anno per ogni famiglia media. (7) 
I lavori di smantellamento  
		delle centrali si protrarranno probabilmente ancora per dieci anni.
Quindi per smantellare le centrali nucleari italiane,  
		che avevano una potenza complessiva  di 1,3 GW,  occorreranno circa 3.000.000.000 euro, nella durata di venti anni, che  
		corrisponde poi, più o meno, alla vita una centrale nucleare.
Poiché l’energia annuale prodotta dalle nostre centrali sarebbe stata  
		di circa 11.400.000.000 kWh, possiamo concludere che, attraverso il meccanismo della voce A2 sulla bolletta elettrica, gli italiani  
		stanno pagando lo smantellamento delle centrali nucleari al costo di oltre 1 c€/kWh.
Salta subito all’occhio che questo valore  
		è molto più grande di quello calcolato qualche rigo fa, che ammonta a 0,35 c€/kWh.
Pur considerando le dovute approssimazioni, i conti  
		non tornano affatto!
Immaginate un po’ che l’Università di Pisa, in uno studio di tutto rispetto, nel 2006 fissava un costo per  
		lo smantellamento delle centrali nucleari ed il ripristino dei luoghi al valore di 0,05 c€/kWh! (8)
            
                                                                            
		Sergio Pacillo
Riferimenti 
(1) http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2010/03/10/nucleare-quello-
(2) http://dweb.repubblica.it/dweb/2003/10/18/attualita/attualita/105cao372105.html
(3)  
		 http://dweb.repubblica.it/dweb/2003/10/18/attualita/attualita/105cao372105.html
(4)  http://dweb.repubblica.it/dweb/2003/10/18/                                
(5) http: //www.archivionucleare.com/index.php/2009/08/04/smantellamento-edificio
(6)  http://www.tecnosophia.org/documenti/Articoli/SessioneI/Guerzoni.pdf
(7) http://www.lubranorisponde.it/2009/la-bolletta-della-luce-e-le-voci-di-dent/
     
		  http://www.autorita.energia.it/it/docs/06/290-06.htm
(8)  http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf
 
    
